Carmen e le altre ragazze straordinarie
Dopo SilentCity, dal 2020, nasce un nuovo progetto di Community Opera a partire da “Carmen" di Bizet e dal coinvolgimento di ragazze tra Milano e Matera...
Alla fine del 2019 presentiamo SilentCity, la community opera prodotta dall’Albero con il sostegno della Fondazione Matera 2019 Capitale Europea della Cultura. Un progetto che ha investito due terzi del suo budget in processi laboratoriali e un terzo in prove artistiche.
Ma cosa vuol dire? Vuol dire che per buona parte del percorso non ci siamo rinchiusi nelle pareti di un teatro a provare lo spettacolo ma abbiamo incontrato persone invadendo scuole, case, quartieri periferici, centri giovanili, conservatori, università, ex chiese e palazzi storici. Abbiamo, di fatto, immaginato il teatro come uno spazio d’incontro dando valore a qualcosa che potremmo chiamare “estetica del processo” (lo racconto qui: Cos’è una Community Opera?).
In quell’occasione avevo condotto i laboratori di drammaturgia con persone di ogni età (circa un centinaio) arrivando alla scrittura di una storia trasformata successivamente in opera musicale da Nigel Osborne, un compositore inglese legato alla community music.
In quei giorni di debutto a Matera, nel 2019, viene a farci visita una funzionaria della Fondazione Alta Mane di Roma. Questa Fondazione sostiene esperienze artistiche a vocazione sociale. E noi ci stavamo occupando proprio di questo. Così esattamente qualche mese più tardi, a inizio 2020, nasce un’idea da proporre alla Fondazione: raccontare il mondo femminile attraverso l’Opera.
Buttiamo giù gli ingredienti:
laboratori di narrazione tra Milano e Matera
riscrittura collettiva della Carmen di Bizet
consolidamento di una metodologia nella co-creazione artistica con le comunità
La Fondazione Alta Mane conferma il proprio interesse. Siamo pronti e ci rintaniamo alcuni giorni a Milano, nella sede dell’Orchestra Allegro Moderato coinvolta nel progetto per la parte musicale e che da tempo si occupa di musica e inclusione sociale.
Tutto è pronto per l’inizio dei laboratori ma l’Italia e il mondo si fermano. Siamo nel 2020 e proprio in quelle settimane viene ufficializzata l’emergenza a causa di un virus: il Covid. ”Cosa facciamo?” Ce lo chiediamo con Vania, Alessandra, Cristina, Carlo, Chiara, Consuelo e gli altri. “Incontriamoci lo stesso”, ogni settimana. Iniziamo a far vivere Carmen.
Nel mio taccuino degli appunti trovo questo:
Tutto è iniziato così.
Nel tempo di un fiammifero.
Era aprile e il mondo di fuori si era fermato.
E noi, lì dentro, dalle nostre case, abbiamo fatto un gesto così semplice.
Abbiamo preso un fiammifero.
Lo abbiamo acceso.
E abbiamo raccontato storie.
Anversa, Matera, Torino, Milano.
Saronno, Piossasco, San Donato Milanese.
Montescaglioso, Potenza, Rionero e Melfi.
Sono solo alcune delle città da cui ci siamo collegate in video.
Ogni settimana, per qualche ora, grazie a internet.
Bastava avere una buona connessione, un computer o un cellulare,
e tutto il resto è venuto da sé.
Eravamo in tante.
Plurale femminile. Perché eravamo in tante, qualche maschio e molte femmine, proprio per il tema del progetto. Ci inventiamo delle forme di partecipazione attiva e strutturiamo il laboratorio online su Zoom.
Prima di arrivare a noi partiamo da tre personaggi dell’Opera: Violetta (La Traviata - Verdi), Giulietta (I Capuleti e i Montecchi - Bellini) e Carmen (Bizet). Scopriamo alcune scene, giochiamo con la musica cantando in coro, registriamo tutto ciò che ci viene in mente con i nostri smartphone e raccogliamo storie audio e video in cartelle condivise. Il gruppo vota la storia che sentono propria: vince Carmen!
Passano i mesi, organizziamo anche alcuni laboratori dal vivo in tempi più distesi e lontani dalla presenza del Covid. Troviamo i nuclei tematici che vogliamo approfondire: “Cosa vuol dire aprire una gabbia e spiccare il volo?”, “Ho mai fatto giochi da maschiacci?”, “Cosa non dovrebbe mai fare un uomo per conquistare una donna?”. Sono domande che partono dalla storia di Carmen, per ogni domanda abbiamo anche scene e musica dell’Opera come “Habanera”, “Cambio della Guardia (Avec la garde montante)”, “Toreador”...
Carmen conosce un sentimento: l’amore. Probabilmente tutte noi lo conosciamo. Per lei l’amore è un “uccellino che non vuole stare in gabbia”. Un piccolo zingaro che non conosce leggi. Un sentimento che scappa, fugge, si ribella. Nella sua storia, i maschi, vorrebbero tenerla in una gabbia.
Scopriamo anche, in questa fase di ricerca, che tra gli amanti di Carmen c’è uno dei più importanti filosofi europei vissuto al tempo di Bizet: al suo primo ascolto racconta come quest’Opera trasmetteva in lui una “serenità africana” e “una felicità sospesa”.
Carmen è la storia di un amore “cinico, innocente e crudele”. Accende la passione in tutto il nostro gruppo. Non solo in persone nate e cresciute qui in Europa, ma anche ad alcune ragazze afro-discendenti. I loro occhi si illuminano all’ascolto dell’Ouverture e dell’Habanera.
Ora tocca a noi, alle storie che raccontano di noi. Aprire la gabbia e spiccare il volo… Hai mai avuto momento in cui hai scelto per te, senza che qualcuno ti abbia detto come fare o cosa dire? Hai mai avuto piccoli momenti di ribellione, li hai mai avuti? Partiamo da qui.
Aprire la gabbia e spiccare il volo, io seduta in una panchina, al parco, con mia figlia dopo aver fatto una valigia e aver lasciato casa. Aprire la gabbia e spiccare il volo, cambiare università contro la volontà dei miei e di mia sorella. Aprire la gabbia e spiccare il volo, comprarsi un bikini fluo e non aver più paura del proprio corpo, di ciò che potrebbero dire gli altri. Aprire la gabbia e spiccare il volo, lasciare l’Argentina con una sola valigia, un violino e tutto il mio futuro da inventare.
Anche Carmen risponde:
Aprire la gabbia e spiccare il volo. Quando penso a questo, penso a me da piccola. C’erano carovane e piccole carrozze. C’era il fuoco e c’era un gruppo di zingari che mangiavano insieme. E poi di giorno vendevano la frutta e la verdura, li chiamavamo ospiti. Perché non avevano radici. Per me loro avevano spiccato il volo.
Questi sono frammenti delle storie che abbiamo trasformato in spettacolo: un racconto dal vivo tra narrazione e musica. Dopo le prime presentazioni del lavoro tra Milano e Matera abbiamo ripreso il lavoro anche in questi ultimi mesi, nel 2023, con qualche laboratorio di creazione collettiva e il riallestimento dello spettacolo insieme a Matteo Manzitti, un compositore che ha lavorato sulla parte musicale. Proprio qualche settimana fa in un nuovo spazio culturale di Matera: Eco Verticale. Lo abbiamo fatto all’interno di un percorso più ampio che l’Albero sta portando avanti con il sostegno del Ministero della Cultura - Promozione Musica per la coesione e l’inclusione sociale e della Regione Basilicata - Promozione e sviluppo dello spettacolo dal vivo.
Credo di aver scritto abbastanza, ora ti lascio due piccoli video-racconti dell’esperienza. Troverai alcuni momenti dei laboratori e degli spettacoli tra Milano e Matera. Il secondo video è in inglese/italiano perché il lavoro è stato anche selezionato al FEDORA Education Prize 2021, la piattaforma europea che premia progetti d’innovazione legati all’Opera.
Ora è davvero tutto.
/// La fotografia che trovi all’inizio racconta un momento laboratoriale vissuto insieme al Palazzo Lanfranchi di Matera.
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