La bellezza al tempo del Coronavirus
Nel 2020 inizio un nuovo progetto con Vacis chiamato “Bella Presenza”: conduciamo laboratori di narrazione tra Torino, Firenze e Napoli promossi da Coop. Dedalus, Fondazione Circolo dei Lettori e ...
A dirla tutta sembra passata un’epoca. Accade questo: siamo alla fine del 2019 e il percorso dell’ISTITUTO promosso dal Teatro Stabile di Torino sta volgendo al termine. Gabriele Vacis e Roberto Tarasco trovano un modo per dare seguito all’esperienza dell’Istituto con un nuovo progetto chiamato “Bella Presenza”. Il percorso ha il primario obiettivo di dar voce alle nuove generazioni tramite laboratori di narrazione nelle scuole, una piattaforma online e un film documentario.
L’ente capofila per l’Italia è la Cooperativa Dedalus di Napoli; per il Piemonte la Fondazione Circolo dei Lettori, un centro culturale che si occupa di narrazione in tutte le sue infinite forme; oltre a organizzare eventi come il Salone Internazionale del Libro e Torino Spiritualità. Ci sono tre regioni coinvolte e molte realtà scolastiche e sociali tra Torino, Firenze e Napoli. Chi finanzia il progetto è l’Impresa Sociale - Con i Bambini (Fondo per il Contrasto della Povertà Educativa Minorile); una fondazione che si occupa di sostenere percorsi pedagogici per le nuove generazioni (infanzia, pre-adolescenza e adolescenza).
Si presentava così:
Il progetto pone al centro la bellezza, intesa come bussola che orienta e illumina l’agire pedagogico ed educativo, e che consente di trovare risorse anche dentro le fragilità e di produrre convivenza e inclusione.
Obiettivo del progetto è trovare e valorizzare la bella presenza che si nasconde sia nelle storie scolastiche, familiari e nelle individualità di tanti giovani “scartati”, sia nei territori prevalentemente spiegati attraverso le loro fragilità.
Ora è l’inizio del 2020. Vacis e Tarasco avevano già avuto alcuni incontri e attività di presentazione nei mesi precedenti. Mi coinvolgono insieme ad altri nel coordinamento e nella conduzione dei laboratori. Entriamo nel vivo delle attività contattando i docenti delle scuole coinvolte e le realtà sociali. Strutturiamo calendari, trasferte, contenuti.
Partiamo da qui... Cosa vuol dire bellezza? Cosa vuol dire presenza? Ogni giorno la scuola inizia con l’Appello e una parola: “Presente”. Ma quante volte lo siamo davvero? A scuola, a casa, a lavoro. Come allenarsi? La narrazione dal vivo, il teatro, può aiutarci in questo: allenarsi a essere “presenti al presente” in relazione a se stessi e agli altri. Questo sì che è uno spiraglio di bellezza.
Bene, siamo pronti.
Solo che ora arriva la Pandemia. Chiudono le scuole, i bar, le palestre, le chiese. I luoghi di lavoro. L’Italia si ferma, insieme al mondo. C’è il divieto di uscire di casa. La parola più frequente nei discorsi è una: Coronavirus.
Non ci abbattiamo troppo e iniziamo a immaginare nuove forme laboratoriali a distanza. Il lavoro si fondava appunto sulla presenza eppure noi, in presenza, non potevamo starci.
Così abbiamo lavorato - in questa prima fase - su quello che oggi chiamerebbero “cittadinanza digitale”. Raccogliere storie, bene, possiamo farlo anche a distanza con l’aiuto delle nuove tecnologie: laboratori tramite piattaforme di video-streaming, creazione di contenuti video per i canali social come Instagram e Facebook, raccolta di racconti vocali tramite Whatsapp. Ci siamo trovati così a fare memoria collettiva. E proprio questo, fare memoria, diventava valore pedagogico. Siamo partiti da domande provando a comprendere inizialmente cosa fosse la bellezza ai tempi del Coronavirus. Ci siamo chiesti, ad esempio:
Cosa ti manca di più in questo periodo di isolamento? Cosa hai notato di bello che non avevi mai notato nella vita precedente? Chi stai aiutando? Per chi o per cosa sei preoccupato o preoccupata? Chi ti aiuta o si prende cura di te in questo momento?
Sono domande che generano storie. Ritornando sui materiali del progetto ho trovato un video di Gio, un nostro collaboratore Youtuber. Proprio nel primo periodo aveva lanciato anche lui una chiamata online per la raccolta di storie. Il video s’intitolava “Il Coronavirus è bellissimo”. Eccolo qui:
Per fortuna nei mesi a seguire siamo riusciti a lavorare anche in presenza perché le restrizioni a causa dell’emergenza sanitaria iniziarono ad attenuarsi. Le storie che raccoglievamo all’interno dei laboratori di narrazione partivano da domande che portavano sempre ad altre domande:
Sei bello? Sei bella? Sei presente a scuola? Sei mai stato salvato o salvata?
Hai un sogno? Ti manca qualcosa? Vuoi vivere in Italia?
Quale linguaggio stavamo utilizzando… Potremmo dire che partivamo dal teatro, dal racconto dal vivo, arrivando alla narrazione multimediale: registravamo le risposte con il nostro smartphone. Un dispositivo tecnologico che sempre più era diventato compagno di lavoro: non solo uno strumento di distrazione ma anche uno strumento di narrazione. Ognuno di noi conduceva il laboratorio nelle Classi; proponeva tecniche di racconto, registrava, catalogava, editata e pubblicava micro-storie all’interno di una piattaforma chiamata MICRO (link). Intanto Vacis era lì, a pochi metri da noi, registrando altrettante storie con Indyca. Storie che sarebbero poi finite nel film “La nostra bellezza quotidiana”. E ogni sera, alla fine delle giornate tra laboratori e riprese, condividevamo i nostri incontri.
Ho trovato alcuni brevi estratti video che avevo realizzato con l’iPhone. Sono momenti che raccontano l’ingranaggio dei laboratori che conducevamo. Raccontano, di fatto, una certa idea di teatro. Un teatro fondato su pratiche d’ascolto.
Questo video si chiama “Condurre un colloquio”: mi trovavo in una scuola media in un quartiere periferico di Napoli. Qui allenavamo la Classe a condurre in autonomia l’incontro proponendo le domande e gestendo le registrazioni:
Questi due video invece si chiamano Il discorso del Presidente sulla “bellezza”; il primo a Napoli e il secondo ad Arezzo. Nel primo c’è Francesco che guida le impressioni della Classe analizzando, appunto, un discorso istituzionale di Mattarella. Nel secondo, invece, c’è il Professore stesso della Classe a far emergere le impressioni. Durano circa otto minuti ciascuno, ti avviso già sapendo che i tempi d’attenzione su internet sono sempre più corti :-)
Infine, per chiudere, un video alla scoperta dei Posti più belli della scuola. Qui mi trovavo nel pieno centro di Napoli in un istituto d’arte. Anche questi sono luoghi che parlano di bellezza insieme alle persone che li vivono ogni giorno:
Lo so, questa volta ti ho lasciato un po’ di materiale da visionare. Spero tu abbia il tempo di darci un’occhiata e farmi sapere che ne pensi. Il progetto si è concluso nel 2022 ed è l’esempio di come la bellezza può trovare spiragli anche durante una pandemia. La bellezza, ci siamo detti molte volte durante questo percorso, è come Marozia, una delle città invisibili di Italo Calvino:
Quando meno t’aspetti vedi aprirsi uno spiraglio e apparire una città diversa, che dopo un istante è già sparita. Forse tutto sta a sapere quali parole pronunciare, quali gesti compiere, e in quale ordine e ritmo, oppure basta lo sguardo la risposta il cenno di qualcuno, basta che qualcuno faccia qualcosa per il solo piacere di farla, e perché il suo piacere diventi piacere altrui: in quel momento tutti gli spazi cambiano, le altezze, le distanze, la città si trasfigura, diventa cristallina, trasparente come una libellula. Ma bisogna che tutto capiti come per caso senza dargli troppa importanza, senza la pretesa di star compiendo una operazione decisiva.
/// La fotografia che trovi all’inizio l’ho scattata durante un momento laboratoriale in una scuola media di Napoli
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