Avere un sogno per ogni estate
Questo è l’ultimo prima della pausa estiva. Spero di poter condividere ancora molto con te. Oggi provo a fare il punto su queste storie e ti chiedo un piccolo aiuto. La prima cosa che ...
Questo è l’ultimo prima della pausa estiva. Spero di poter condividere ancora molto con te. Oggi provo a fare il punto su queste storie e ti chiedo un piccolo aiuto. La prima cosa che vorrei chiederti è questa: com’è andata? Lo so, può sembrare strano ma è da un po’ di mesi che ci scriviamo e mi piacerebbe chiederti cosa ti è rimasto di tutto questo.
Quella volta in cui hai aperto questa newsletter e ti trovavi in un posto o in una situazione che ricordi come fosse ora… Un’immagine che ti è rimasta impressa leggendo questi racconti oppure un momento che ho raccontato e che ti ha colpito particolarmente…
Sarebbe prezioso avere da te questo aiuto; per facilitarti lascerò qui sotto i racconti di questo periodo potrai rileggerli cliccando al link (o leggerli, se alcuni li hai persi). Come ti scrivevo la scorsa settimana questo sarà un periodo dove rimettere insieme le idee e gli appunti, imbastire l’inizio del nuovo anno e trovare il modo migliore per condividere ciò che faccio provando a comprendere cosa può interessare anche a te che leggi.
Va bene, oggi la faccio breve, e ti lascio ancora con una domanda che parte da una poesia di Alda Merini: hai un sogno per ogni estate? Non importa se questo è un sogno piccolo o grande. Non importa se lo ritieni inutile o effimero. Non importa se era un sogno per le estati della tua infanzia o se è un sogno estivo di questi ultimi tempi. Se ti va raccontamelo, in risposta a questa mail o a precisestorie@andreaciommiento.it.
Ora è davvero tutto.
E buoni sogni d’estate…
A sedici anni con Brecht
C’è un rischio: quando penso al teatro penso alle luci di un palco, ai costumi, alle scenografie, agli attori che urlacciano. Ma le cose che scopro ora non hanno a che fare con questo... (link)
Anno 2003
Un motoscafo a Venezia
Quando ho dovuto scegliere la città dove studiare - dopo le scuole superiori - ho scelto qualcosa di vicino. Il treno che unisce Venezia al Friuli mi fa tornare velocemente in famiglia... (link)
Anno 2006
Fare le cose con gusto
Qui a Buenos Aires il teatro sembra l’unica maniera per non rimanere soli nelle proprie case. E in Italia, oggi? Cioè, ieri. In quegli anni Duemila. Era fatto della stessa sostanza di questi sogni? (link)
Anno 2009
Al bar San Callisto
A Roma non bastava immaginare un settore, quello teatrale. Serviva pensare in dettaglio seguendo il consiglio di Cechov, un altro maestro del Novecento: "guarda da vicino"... (link)
Anno 2010
Una cittadella del teatro
Qui ad Alessandria ci sono materie atipiche. Tutte le mattine ci alleniamo con un po’ di training fisico e vocale, questo significa che risvegliamo i muscoli e il corpo per attivare la mente... (link)
Anno 2011
Terrazza vista Mole
Scoprire implica un’azione: ricercare. E insomma, a furia di ricercare, un po’ di cose anche io le avevo scoperte. Mi sentivo un po’ come quelli del “teatro di ricerca”. Ricordo che a Torino c’era... (link)
Anno 2011
Essere presenti al presente
Abbiamo bisogno di un punto di vista fisso che di volta in volta ci porti ad andare avanti. Io, un punto di vista, volevo costruirmelo; e un buon modo per farlo era “concretizzare un’idea”... (link)
Anno 2012
Prospettiva comune
Con Lucia e Marco parliamo di desideri. Scopriamo di averne uno comune: quello di immaginare una “casa artistica” a Torino. In parole più semplici: trovare uno spazio in città da gestire insieme... (link)
Anno 2013
Hai qualcosa da raccontare?
Enoch dice, vorrei costruire una storia con te. Come la mettiamo? Io lo guardo e dico, sì, va bene. Hai qualcosa da raccontare? Non lo so, quello che so è che vorrei scriverla con te... (link)
Anno 2013
Occupy Cavallerizza
Fare piazza vuol dire in qualche modo fare città. Immaginare nuove strade possibili di convivenza, immaginare quasi tutto. Quasi, e non tutto, sennò sarebbe utopia. Così in Cavallerizza a Torino... (link)
Anno 2014
Il Sahara non è lontano da noi
Muniti di spray anti-zanzare e molte altre cose in valigia prendiamo un volo e facciamo una prima tappa a Dakar per poi arrivare a Ziguinchor. Qui in Senegal… (link)
Anno 2015
Tutta la città è un palcoscenico
Il teatro può essere anche questo, racconto di città e scoperta delle sue comunità locali. Ma com’è possibile tenerle vicino? In che modo dar loro spazio? A Torino, nel quartiere Campidoglio … (link)
Anno 2015
Comprendere chi ho davanti
Nel Master di Teatro Sociale a Roma le docenze potevano essere pratiche e non solo teoriche. Nel 2015 le mie lezioni si chiamavano “Drammaturgia sociale”. Prometto di spiegarti bene cosa vuol dire… (link)
Anno 2015
Le cose fragili
A volte con le storie va così, ti affezioni e le porti sempre con te. Nel 2016, a Torino, volevo dar seguito al format Afropolitan LAB dopo l'esperienza in Senegal... (link)
Anno 2016
Stare tutti in un punto
Per tirarci un po' su abbiamo bisogno di Italo Calvino e di stare "tutti in un punto". Per questo nel 2016 conduco un laboratorio chiamato "Scrivere la città" a Udine e scopro che... (link)
Afferrare tutta questa confusione
Nel 2017 le migrazioni in Europa accendevano conflitti tra le persone. A Torino, con il mio collettivo artistico, immaginiamo un progetto chiamato "Muri" tra incontri, laboratori ed eventi ... (link)
Cosa vogliamo diventare?
Questa settimana avrei voluto raccontare un altro progetto a cui tengo molto. Solo che poi mi sono trovato a scrivere proprio in questi giorni, quelli del Venticinque Aprile e del Primo Maggio... (link)
Che cos'hai da perdere?
Nel 2017 ricevo una telefonata da ZONA K. Valentina mi racconta di un nuovo progetto teatrale - Generazione gLocale - sostenuto dal Comune di Milano e dal Ministero della Cultura. Poi mi chiede... (link)
Un posto pulito e illuminato bene
Nel 2017 trovo un messaggio di Gabriele Vacis su WhatsApp: stava iniziando un nuovo progetto per il Teatro Stabile di Torino. Un percorso di laboratori che portavano il teatro fuori dal teatro... (link)
Di cosa parla una Community Opera?
"Silent City" è il nome di un progetto legato all'opera lirica e al lavoro di comunità. Così Vania e Alessandra, nel 2018, mi chiedono se per Matera Capitale Europea della Cultura 2019 avrei potuto... (link)
Piccola fabbrica di narrazione
Nel 2019 presento con David un progetto chiamato "Invasioni Creative" al Ministero della Cultura. Quello che stavamo immaginando erano azioni creative per le periferie fatte di ... (link)
/// L’immagine che vedi all’inizio si chiama “Sorrento” ed è stata fatta da Martin Parr. Qualche tempo fa, al Centro per la Fotografia di Torino, ho visto anche una sua mostra chiamata “We Sports” e ho scoperto che anche i fotografi possono occuparsi delle persone. La mostra era il racconto visivo del Pubblico che partecipa agli eventi sportivi. Lo sguardo, quindi, era sul Pubblico e non sulle star dello sport.
/// Ultima convocazione :-) Ho ricevuto risposte da diversi di voi. Ti rinnovo l’invito perché mi piacerebbe costruire qualcosa insieme: se vorrai mi piacerebbe inviarti delle domande scritte e leggere io - grazie alle risposte - alcune tue storie, anche piccolissime. Potrebbe essere una piccola parentesi per qualche racconto collettivo di Precise storie. Basterà fare “rispondi” a questa mail (se stai leggendo questa storia dal tuo indirizzo mail) scrivendo “Va bene, ci sto!” e la tua risposta mi arriverà direttamente. Oppure se ti è più comodo, quando vorrai, basterà scrivermi a questo indirizzo: precisestorie@andreaciommiento.it.
/// Lo sai, se ti fa piacere c’è un modo per interagire con queste storie. Puoi cliccare qui sotto scegliendo tra i bottoni: “Like” (per dire che ti è piaciuto questo racconto), “Comment” (per scrivere tu un pensiero o qualcosa che pensi sia collegato a quello che hai letto) , “Share” (per condividere il link a qualche persona vicina a te via mail, via Facebook, Instagram, WhatsApp o Twitter). Fammi sapere se interagirai :-)